Si tratta di un percorso di “design”, definito: Open Factory. Tenutosi a Venezia alla fine di novembre, ha richiamato un pubblico numerosissimo. Ne hanno fatto parte aziende in cui si coniuga benissimo l’innovazione, anche tecnologica, con gli antichi mestieri.
Scienza e cultura, politecnico con umanesimo, tecnologia e imprenditorialità, il tutto Made in Italy.
Perché noi italiani siamo, e non dobbiamo dimenticarlo, figli di Giotto e non di Internet. I laboratori manuali delle zone industriali di Vicenza, Padova, Firenze, Treviso, Belluno e tante altre ancora; un fiore all’occhiello per l’Italia creativa e artigianale. Sono piccole fabbriche, spesso solo laboratori, condotti quasi sempre a livello familiare, pochi i loro operai che sicuramente lavorano serenamente perché sanno di poter contare su una loro rara qualità: la creatività artigianale.
Ne citiamo qualcuna solamente, senza far torto ad altre non nominate per questioni di spazio, ma altrettanto importanti: La “Niki Colombo” di Badoere (Tv). La loro artigianalità nella tessitura è stata protagonista della “Open Factory” illustrando l’evoluzione di quest’arte dai giorni della sua nascita fino ad oggi, spiegando cosa significa operare con telai a mano, nell’era della robotizzazione.
La “Magis” di Torre di Mosto (Ve), leader nel design di sedute. Collabora con grandi aziende di design internazionale realizzando collezioni di prodotti per la casa e la collettività. Anche in questo caso l’artigianalità viaggia di pari passo con la tecnologia dei materiali. Ha ricevuto un feedback notevole dal pubblico.
Il design antico che si rinnova con la “Seguso Vetri d’Arte” di Murano (Ve). Da 23 generazioni la famiglia Seguso ha scritto pagine preziose nell’arte vetraria. Nata a Murano nel 1397, la Seguso, conosciuta in tutto il mondo, è arrivata fino ai giorni nostri senza mai venir meno alla sua tradizione. La loro mostra è stata tra le più visitate.
Grandi storie di crescita produttiva e innovazione contemporanea, di stile solo italiano. Di antichi mestieri. Di noi, figli di Giotto.
Un successo quello di “Open Factory” che vedrà la replica l’anno prossimo.